Buonasera cari lettori di MeteoPalermo.
La prima settimana di Gennaio ci ha lasciato, così come le feste, ma ancora non c’è sentore della tanto attesa svolta invernale, anzi in questi minuti si registrano temperature primaverili in varie zone della Sicilia.
Non amiamo, come dovreste sapere seguendoci, le analisi sul lungo termine perchè sono di difficile lettura, non sono naturalmente precise e creano spesso aspettative che poi restano deluse.
Questa volta però vogliamo fare una eccezione, la facciamo perchè i segnali che leggiamo nei modelli matematici virano tutti verso una direzione quasi univoca, ve la spieghiamo nel modo più semplice possibile.
Cosa ha impedito fino ad ora di avere freddo o episodi perturbati con neve quanto meno in montagna? Il vortice polare.
Si, sembra strano scritto così ma naturalmente non è il vortice polare il problema bensì la buonissima salute di cui ha goduto fin qui; con un vortice polare compatto è impossibile avere cenni invernali sul Mediterraneo.
Ebbene, la situazione sta per mutare drasticamente, il vortice polare a breve imploderà a causa di uno stratwarming, ovvero un riscaldamento anomalo in stratosfera. E in che modo un evento in stratosfera può interessarci? Semplice, un riscaldamento simile produce i suoi effetti anche al suolo in quanto produce uno split del vortice polare che si spezza in diversi lobi. Questa implosione permette ad uno dei lobi di scendere anche a medie latitudini apportando quindi condizioni di freddo o gelo a seconda delle configurazioni e delle altre variali in gioco.
Ecco di cosa stiamo parlando:
Si vede molto bene il vortice polare letteralmente “a pezzi”.
La situazione è quindi chiara ma complessa allo stesso tempo.
Una volta imploso il vortice polare ci rimette almeno 2/3 settimane per ricompattarsi, è logico quindi attendersi in questo lasso temporale un aumento notevole delle possibilità di avere fasi invernali anche severe in Europa, anche meridionale.
Logico, probabile, ma non scontato: serve infatti prima di altri un blocking oceanico, un campo di alta pressione che si estende, di norma, dal Portogallo al Regno Unito o anche all’Islanda.
Questo blocco impedisce l’ingresso in Europa di depressioni atlantiche che “spingerebbero” ad est un eventuale nucleo gelido in discesa (a causa dello split) verso le nostre latitudini e favorisce un maggior interessamento dell’area Mediterranea.
Arrivando ad una sintesi possiamo dire che il primo, importantissimo, passo per uno o più eventi freddi si compirà tra qualche giorno, come indica la mappa.
Dopo non resta che attendere altre emissioni modellistiche che ragionevolmente dovrebbero via via confermare quanto meno l’impianto generale.
La seconda metà del mese quindi, insieme a buona parte di Febbraio, potrebbe avere connotati pienamente invernali.
Questa la tendenza ad oggi, ai prossimi aggiornamenti.
Articolo di Nicola Sacco
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