Imponente anticiclone su Italia e Sicilia: quali le cause e le possibili vie d’uscita?

Nel nostro precedente editoriale vi abbiamo annunciato il consolidarsi di una coriacea struttura anticiclonica che avrebbe influenzato il nostro tempo almeno fin oltre la prima decade di Novembre.
Abbiamo inoltre accennato ad una delle principali cause di tale configurazione ascrivibile al Vortice Polare (VP) ma quello che adesso cercheremo di capire è quali possono essere le vie d’uscita da un’estate di San Martino che si sta dimostrando fin troppo vivace.

L’analisi delle dinamiche che riguardano il Vortice Polare sono particolarmente importanti nella stagione invernale, dinamiche che determinano le sorti meteorologiche non solo dell’Europa ma anche del Nord America e dell’Asia settentrionale influenzando di fatto il clima delle medie latitudini.

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Per esaminare i movimenti del VP ci viene in aiuto un indice descrittivo legato alle teleconnessioni atmosferiche denominato AO (Artic Oscillation): esso deriva dalla differenza di pressione tra l’artico e le basse latitudini, generalmente comprese tra il 37° ed il 45° parallelo.
L’indice AO in parole semplici ci mostra lo stato di salute del VP; esso, strettamente correlato all’indice NAM (il quale monitora i geopotenziali di tutta la colonna d’aria, dal livello del mare all’alta stratosfera), si limita ad esaminare le termiche solo al livello del mare.

L’indice AO presenta due fasi: Fase positiva (AO+) e fase Negativa (AO-): un indice con gradiente positivo indica alti geopotenziali alle medie latitudini e bassi alle latitudini polari il che si traduce in un generale raffreddamento della stratosfera (definito anche Stratcooling) e un conseguente approfondimento del vortice polare che risulterà compatto e attivo. La conseguenza sarà la scarsa ondulazione delle correnti occidentali e l’invadenza di strutture anticicloniche di matrice spesso sub-tropicale alle medie latitudini confinando il freddo sulle regioni polari.

Un indice con gradiente negativo indica, al contrario, bassi geopotenziali alle medie latitudini e alti nelle regioni polari. Si determina quindi un riscaldamento della stratosfera (definito anche stratwarming), con conseguente destabilizzazione del VP.
Si attiverebbero di fatto scambi di calore lungo i meridiani i quali risultano determinanti per l’avvento di periodi freddi alle medie latitudini o in caso di scissione del Vortice (splitting del vortice polare), di severe ondate di freddo.

Indice AO

Indice AO

Fatta questa lunga premessa, la situazione attuale ci mostra un indice AO in fase decisamente positiva, come ci mostra il grafico; un vortice polare particolarmente compatto e attivo sta di fatto “aspirando” un vasto promontorio anticiclonico su gran parte dell’Europa creando una situazione di blocco altopressorio definito anche ad omega.
Tali configurazioni sono assai difficili da scalfire e a peggiorare le cose contribuirà un forte stratcooling a partire dal 10 Novembre che contribuirà di fatto ad alimentare la struttura anticiclonica con aria di matrice subtropicale con conseguente ulteriore aumento delle temperature che si porteranno in alcuni casi su valori tardo-primaverili.

Quali possono essere le vie d’uscita?

Il grafico relativo all’andamento dell’indice AO sembra mostrarci un improvviso calo a partire dalla metà di Novembre il che sembra presagire ad un possibile indebolimento del VP.

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A conferma di ciò, le carte relative al periodo che va dal 16 Novembre (modello GFS) ci mostrano un VP in chiare difficoltà insidiato ad ovest dell’Alta Pressione delle Azzorre, ad est dall’Alta Russa e a nord, in misura minore, dall’Alta Aleutinica.
Tutto ciò potrebbe tradursi in un’incursione del ramo meridionale del VP verso l’Europa centrale e parte di quella meridionale con l’avvio di una possibile fase fredda con ripercussioni sull’Italia ancora tutte da valutare.

Insomma qualcosa si muove e la via d’uscita da una fase sicuramente anomala di questa stagione autunnale potrebbe concretizzarsi a partire dalla seconda metà di Novembre, urgono ovviamente conferme ricordandovi che rimaniamo ancora sul lungo termine.
Seguite i nostri prossimi aggiornamenti.

 

Articolo di Stefano Albanese
©
 meteopalermo.com

 

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