L’eccezionale temporale su Villagrazia di Palermo il 25/06: 3° accumulo pluviometrico degli ultimi 30 anni!

Buongiorno amici di MeteoPalermo,

l’inizio di quest’estate ha avuto – fino ad ora – connotati poco usuali per il mese di giugno sulla nostra regione. Guardando i radiosondaggi di Trapani Birgi, si rileva come soltanto in due giorni (10 e 11 giugno) le isoterme alla quota di 850 hPa abbiano superato la soglia dei +20°C: in realtà, se è vero che le medie trentennali oscillano tra i +16-19°C, tuttavia in numerose occasioni le prime fiammate calde, a volte addirittura con isoterme superiori a +25°C sono arrivate proprio in questo periodo.
A colpire di più, però, non sono le temperature che sono state comunque in genere vicine o poco sotto alle medie del periodo, quanto le abbondanti precipitazioni e i numerosi giorni di pioggia che hanno interessato – a giro – un po’ tutto il territorio (portando persino la neve sull’Etna sopra i 2500 metri nella notte del 25 giugno!), in parte dovuti agli affondi di aria “fredda” che hanno raggiunto il Mediterraneo ed in parte legati ai temporali di calore diurni, favoriti dalla persistenza delle correnti d’aria fresca da est.

I temporali su Palermo nella notte tra 24 e 25 giugno: gli incredibili accumuli di Villagrazia
Da ultimo, la fase instabile ancora in atto ha portato con sé in alcuni casi violenti fenomeni temporaleschi che hanno colpito anche Palermo, o per meglio dire alcune zone del capoluogo.
Nella notte tra domenica 24 e lunedì 25, le precipitazioni hanno assunto una portata notevolissima per l’area di Villagrazia di Palermo, dimostrando al contempo come la città di Palermo sia costituita da un elevato numero di microclimi, e come in certe condizioni il territorio possa essere davvero spaccato in due.
Solo per fornire qualche numero, in poco più di un’ora la nostra stazione di Villagrazia ha accumulato ben 117 mm; a seguire, i 94 mm registrati a Piazza Villagrazia e i 77 mm del pluviometro manuale registrati sempre nella zona di Villagrazia in zona Ciraulo. Le differenze tra le 3 aree risultano già rilevanti, ma ancor di più se confrontiamo con altre aree vicine: lo testimoniano gli appena 27 mm di Aquino. Se poi ci si sposta alla città, possiamo rilevare come, fatta eccezione per la zona sud/sud-ovest, le precipitazioni siano state addirittura pressoché assenti sul resto del capoluogo, tranne gli accumuli irrisori in zona Zisa e al Teatro Massimo (nemmeno 2 mm), e ciò nonostante l’elevatissima attività elettrica che per circa 2 ore ha imperversato su tutta l’area cittadina.

Il 25 Giugno il valore finale giornaliero della nostra stazione di Villagrazia è stato di 122,4 mm; tale valore risulta essere il 3° accumulo pluviometrico più alto negli ultimi 30 anni per una stazione presente sul territorio comunale palermitano.
In testa restano ancora i 134 mm di Corso Calatafimi alto del 13 Dicembre 2005 seguiti dai 129,5 mm di Cardillo lato monte del 1° Ottobre 2009.

Analisi della dinamica dei temporali sulla costa tirrenica e su Palermo (ma soprattuto Villagrazia di Palermo):
Tale evento, che potrebbe sembrare quasi paradossale, si può tuttavia spiegare alla luce della particolare configurazione che ci ha interessati. A partire dalla sera di domenica, infatti, i primi temporali si sono sviluppati lungo la costa messinese, poi gradualmente le prime celle sono “esplose” sul palermitano orientale (Trabia, Termini Imerese, Cefalù).
La formazione di queste improvvise strutture è stata alimentata dai forti contrasti esistenti tra le masse d’aria presenti: mentre il nocciolo d’aria fredda e instabile scivolava verso il basso Tirreno e la Sicilia, masse d’aria più miti e cariche d’umidità si spostavano da ovest-nord ovest (a partire dalla Sardegna e dal Canale di Sicilia) verso est. In questo modo, tali masse si sono trovate ad interagire con l’aria fredda che si incuneava nei bassi strati, mentre le acque calde del Tirreno agivano come “carburante” per alimentare l’attività cumuliforme.
Ad esaltare il vigore delle celle temporalesche, ha contribuito la linea di convergenza creatasi lungo la fascia costiera tirrenica: in sostanza, mentre le correnti in quota spingevano gli ammassi con direttrice da ovest/sud-ovest verso est/nord-est, in prossimità delle coste la ventilazione al suolo da grecale “caricava” di umidità i bassi strati alimentando il rapido sviluppo dei cumulonembi “a pelo costa”, con temporali improvvisi e fenomeni violenti anche grandinigeni.

Cosa è successo a Palermo?
Nel momento in cui le masse d’aria si sono “scontrate” in prossimità del golfo di Palermo, i primi rovesci e temporali hanno iniziato a svilupparsi nell’area sud-est della città (Romagnolo, Ciaculli). A quel punto, è entrata in gioco l’orografia del territorio pedemontano palermitano: le correnti da est/nord-est hanno spinto gli ammassi temporaleschi verso l’area di Villagrazia e qui, complice la barriera montuosa della Conca posta a sud, le precipitazioni hanno trovato nuova linfa,  scaricando violentemente e in modo costante su una zona ristretta: si pensi che la stazione di Villagrazia, dove il primo scatto del pluviometro è avvenuto alle ore 2,28, aveva già registrato 67

Report dei mm caduti dalle ore 2,28 alle 2,58- Stazione di Villagrazia di Palermo

Report dei mm caduti dalle ore 2,28 alle 2,58- Stazione di Villagrazia di Palermo

mm alle 3,08 e cioè dopo 40 minuti appena, con un rain rate per gran parte superiori ai 100 mm orari.
Ciononostante, i temporali non sono riusciti a sfondare nel resto della città, se non marginalmente nelle aree prossime alle pedemontante: le correnti al suolo hanno difatti prevalso, mentre l’ammasso temporalesco non si è espanso seguendo le correnti occidentali/meridionali in quota, e quando le precipitazioni sono giunte l’intensità è risultata nettamente più blanda seppur in presenza di continue fulminazioni. Soltanto dopo quasi due ore, la struttura si è infine spostata verso est/nord-est, finendo per coinvolgere in minima parte le aree di Bagheria, Misilmeri e Villabate, mentre l'”inferno” di pioggia e grandine è fortunatamente cessato sull’area di Villagrazia, dove precipitazioni di tale portata avrebbe potuto anche causare rilevanti danni.

 

Articolo di Andrea Bondì

© Meteopalermo.com

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